CULTURA & SPETTACOLO
"Donne, eravamo solo donne" al MuLab
Appuntamento sabato 25 novembre ore 21:00 presso il Museo Laboratorio Arte Contadina a Pezze di Greco
Fasano - Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza Contro le Donne, è in quest'ambito, che la compagnia Teatro Folletti e Folli, porta in scena l'argomento della violenza sulle donne.
«Non abbiamo la ricetta per una risoluzione immediata – spiegano dalla Compagnia Folletti e Folli -, né ci illudiamo che i nostri lavori possano cambiare le coscienze comuni, ma crediamo che educare alla non violenza, far conoscere gli orrori dei femminicidi nella storia, serva a non spegnere la luce della speranza di un cambiamento. La storia va studiata, assimilata, per non commettere sempre gli stessi errori».
Ed è per questo che la compagnia propone sabato 25 novembre ore 21:00 presso il Museo Laboratorio Arte Contadina, in Corso Italia 61, 100, a Pezze di Greco, Fasano: "Donne, eravamo solo donne" di Dino Cassone, con Tonia Argento, Annarita Santomanco e Dario Lacitignola che ne cura anche la regia. Produzione Teatro Folletti e Folli / Teatro dell'Altopiano
Il Teatro di Comunità ospita la compagnia Teatro Folletti e Folli / Teatro dell'Altopiano, con l'opera "Donne, eravamo solo donne" del giornalista e scrittore fasanese Dino Cassone, la pièce teatrale è divisa in due quadri, due donne della storia, due esempi di violenze che purtroppo continuano a ripetersi.
PRIMO ATTO. Marie di Rossain: Francia 1657. La voce narrante è quella di Marie di Rossan, nota anche come “la Bella Provenzale”, che dopo aver sposato in seconde nozze per convenienza (essendo lei ricca, lui nobile) il marchese de Ganges, diventa l'oggetto del desiderio dei suoi due cognati. I due prima cercheranno di avvelenarla e poi, dopo molte peripezie, riusciranno a ferirla mortalmente.
Il testo, ripercorrendo le vicende realmente accadute alla fine del ‘600 nei salotti bene della Francia di Luigi, vuol essere uno spunto per ribadire quello che accade ancora oggi: la maggior parte delle violenze sulle donne avviene tra le mura domestiche per mano degli uomini di famiglia.
SECONDO ATTO. Beatrice Cenci: Roma, 11 settembre 1599. La sentenza del Cancelliere è inequivocabile: la giovane Beatrice Cenci, assieme alla matrigna e ai due fratelli, è condannata a morte per aver ucciso il padre Francesco, nonostante quest'ultimo avesse abusato di lei sin da quando era bambina. A nulla serve la confessione durante il processo, Beatrice non è creduta e condannata alla decapitazione. A raccogliere le sue ultime volontà sarà l'assistente di un notabile: a lui, con lucidità, fierezza e tanta paura, Beatrice racconterà i più sordidi dettagli della sua drammatica vicenda.
Il testo, ripercorrendo le vicende realmente accadute alla fine del ‘500 in un'Italia corrotta dal potere della nobiltà grazie anche alla complicità della Chiesa, vuol essere uno spunto sulla violenza perpetrata a danno delle donne e sul reale valore della legittima difesa, che allora come oggi, risulta uno strumento di difesa debole.
Dino Cassone è un giornalista pubblicista e autore di vari romanzi tra i quali “La bugiarda” (2016), “Un gelato buono da morire” (2018), “Aperitivo fatale” (2021) e "Le predestinate" (2022) tutti pubblicati da Les Flaneurs Edizioni.
INGRESSO LIBERO fino a esaurimento posti
CONSIGLIATA PRENOTAZIONE
al: +39 328 8862519 per info: museolaboratoriofasano@gmail.com
Tutti gli spettacoli sono a INGRESSO LIBERO.
di Redazione
22/11/2023 alle 06:33:44
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